Abstract FLI, 2012
“Lo stato nutrizionale contribuisce alla qualità della vita di ogni individuo e l’alimentazione costituisce un importante fattore di rischio per numerose patologie” (Ministero della Salute, 2010). Tra queste ritroviamo la disfagia, disturbo di deglutizione che colpisce numerosi gruppi di popolazione ad alto rischio. Le richieste di interventi, in primis logopedici, sono in aumento.
La prevalenza di disfagia negli ospedali per acuti (esiti di ictus o trauma cranico, patologie neurologiche degenerative o esiti di interventi oncologici) è del 12-13% e nelle strutture residenziali per anziani del 40 – 60 %. Le Linee di Indirizzo sulla Ristorazione Ospedaliera, emanate da Ministero della Salute nel 2010, pongono l’interesse sul ruolo del cibo, riconosciuto come parte integrante della terapia clinica e del percorso di cura e sottolineano come la malnutrizione comporti maggiore vulnerabilità alle malattie. Tra le cause di malnutrizione la disfagia è motivo di numerosi e ripetuti ricoveri ospedalieri o di aumento dei tempi di ospedalizzazione; la malnutrizione e la disidratazione risultano essere, a loro volta, tra le principali complicanze della disfagia stessa.
La gestione del paziente disfagico prevede il coinvolgimento di diversi professionisti e operatori sanitari: tra questi spicca per competenza specifica il Laureato in Logopedia che, forte del proprio corpus dottrinale e del proprio catalogo nosologico, è il professionista ad aver pieno titolo per la valutazione, il counselling e la rimediazione della disfagia, in collaborazione con la rete di esperti. Un adeguato intervento riduce il rischio di complicanze e i costi ad esse associate: questo è uno degli obiettivi che la Federazione Logopedisti Italiani ha perseguito già dal 2007 attraverso il coinvolgimento formale dei principali esperti nazionali della professione foniatrica e logopedica e di associazioni di utenti, verso la condivisione e implementazione di raccomandazioni sulla Gestione del paziente disfagico adulto in Foniatria e Logopedia e che intende rinforzare con la proposta al SNLG dell’avvio di uno studio formale per l’allargamento multidisciplinare delle Linee Guida FLI. La federazione condivide numerosi contenuti delle Linee di indirizzo del Ministero: la scelta e la gestione della preparazione del cibo sono alcuni degli interventi rimediativi imprescindibili anche nella presa in carico del disfagico.
Le modificazioni dietetiche, utili per una deglutizione efficace, devono essere conosciute e condivise con l’equipe di cura e assistenza, con il paziente stesso, con i caregiver e con le eventuali agenzie coinvolte. La letteratura rileva però come il processo di preparazione dei cibi per “disfagici” possa interferire sul contenuto nutrizionale e sulla gradevolezza. Questo determina una scarsa adesione alle limitazioni dietetiche e, di conseguenza, l’incremento del rischio clinico correlato alla disfagia. Utili a tal proposito alcune raccomandazioni chiave delle Linee Guida FLI che invitano a presentare con cura e rendere maggiormente appetibili i cibi di consistenza modificata, dando la possibilità ai pazienti di scegliere tra diverse portate, e sensibilizzano i sanitari a considerare gli aspetti sociali correlati all’alimentazione e in tal senso a promuovere la qualità di vita del paziente stesso.
Queste ed altre considerazioni rendono urgente l’implementazione su tutto il paese di attività di informazione e formazione strategica per la Salute del Cittadino: la formazione sulla gestione della disfagia, seppur ormai consolidata in centri di eccellenza nazionali, richiede l’allargamento a tutte le figure assistenziali e ai servizi che operano sul campo per il paziente. Utile il miglioramento del livello di conoscenza degli operatori e l’incremento della consapevolezza del ruolo dell’alimentazione verso la promozione della Salute del paziente.
Approfondimenti
Il ruolo del Logopedista nella gestione del paziente disfagico
1.Valutazione clinica della deglutizione: analisi della storia clinica del paziente, osservazione del paziente e esame clinico della deglutizione integrato con approfondimenti diagnostici strumentali eseguiti da medici specialisti (foniatri, otorinolaringoiatri, radiologi, altro)
2.Gestione e rieducazione dei disturbi di deglutizione, individuazione di compensi dietetici o posturali utili a migliorare le abilità deglutitorie
3.Osservazione di uno o di più pasti a completamento della valutazione
4.Informazione, formazione e sostegno (counselling logopedico) al paziente se consentito, e ai familiari o ai caregiver, al personale medico, infermieristico, assistenziale (OSS), al personale addetto alla preparazione dei cibi, ad altre agenzie (es. scuola/ comunità).
5.Formazione e aggiornamento professionale al personale coinvolto nella rilevazione e gestione della disfagia (medici, infermieri, operatori assistenziali) affinchè sia pronto a riconoscere, identificare precocemente e gestire i disturbi di deglutizione.
Bibliografia
Accornero A, Cattaneo A, Ciccone G, Farneti D, Raimondo S, Schindler A, Vernero I, Visentin P. Linee guida sulla gestione del paziente disfagico adulto in foniatria e logopedia Logopedia e Comunicazione, Vol. 3, N° 2, Maggio 2007, (pp 147-198) Edizioni Erickson, Trento.
Raimondo S, Bruno V, Accornero A, Vernero I, Linee Guida sulla gestione del paziente disfagico adulto in Foniatria e Logopedia: la valutazione dell’impatto nella realtà professionale. Logopedia e Comunicazione, Vol. 6 (2), 2010, Edizioni Erickson, Trento.
Raimondo S., Accornero A., Rossetto T. (a cura di), Disfagia e Logopedia: dalla teoria alla pratica clinica. Edizioni Carocci, Roma, Ottobre 2012.