Il punto di partenza per il riordino della disciplina delle professioni sanitarie è la legge 43 del febbraio 2006 che ha cercato di disciplinare in modo organico un settore, quello delle professioni sanitarie, a lungo trascurato eppure nevralgico per il Ssn sia in termini economici che occupazionali. Attualmente oltre 800mila professionisti appartengono a 9 professioni sanitarie regolamentate con albi, ordini e collegi (medici, odontoiatri, farmacisti, veterinari, infermieri, infermieri pediatrici, assistenti sanitari ostetriche e tecnici sanitari di radiologia medica), le altri professioni, che raccolgono circa 140mila addetti, appartengono a 17 professioniLe buone intenzioni però sono rimaste sulla carta per cui il riordino delle professioni sanitarie è tutt’ora inattuato. Infatti la delega prevista dalla legge 43/06 è scaduta nel passaggio da una legislatura all’altra. Nella legislatura successiva la XV, si è rimesso mano al problema, con la legge 17 ottobre 2007, n. 189, che prevedeva un differimento del termine di delega originario, ma nonostante tutto non si è giunti all’approvazione di un decreto legislativo.
Il riordino delle professioni sanitarie è, e resta cruciale. In quest’avvio di legislatura sono stati depositati, più di un disegno di legge che intendono porre rimedio al ritardo nell’attuazione di questa riforma di settore. Le linee guida già ci sono, quelle della legge n. 43 del 2006.
L’attuale legislatura sembra essere quella buona per portare a casa la riforma in quanto sono già state depositate in Senato due proposte di legge una a firma Silvestro, Pd, e l’altra a firma D’Ambrosio Lettieri, Pdl. A questa va ad aggiungersi anche quella del senatore del Pd, Bianco. Discorso a parte invece per l’altro disegno di legge, a firma della senatrice Bianconi, (Gal), che prevede tre ordini distinti per le professioni sanitarie non mediche.
Le tre proposte sono “sovrapponibili” al punto che la Commissione Igiene e Sanità ha costituito un Comitato Ristretto per arrivare all’unificazione dei testi.
Il Coordinamento delle Professioni Sanitarie al quale aderisce la F.L.I., segue costantemente l’iter di tale attività istituzionale con la consapevolezza che questa criticità ordinistica non possa più essere rinviata poichè costa in termini di lotta all’abusivisvmo ae alla malpractice, molte risorse al SSN e ai Cittadini.