18/11/2013 - La gestione logopedica del paziente disfagico a domicilio

Comunicazione 41° congresso nazionale SIMFER, ottobre 2013
di Raimondo S, Muò R, Vernero I, Rossetto T.

Il paziente con disfagia è da considerare una persona con Bisogni di Salute Complessi: la disfagia colpisce un altissimo numero di individui, interessa diverse fasce di età, origina da patologie anche a indice di severità elevata, è causa di complicanze significative, si ripercuote sulla Salute, sulla partecipazione alle attività e sulla Qualità di Vita di chi ne è affetto e di chi lo circonda.
Il logopedista è la figura sanitaria e riabilitativa che a pieno titolo svolge attività di valutazione, rimediazione e formazione dei disturbi della deglutizione, in collaborazione con la rete di esperti coinvolti per i diversi aspetti settoriali nel percorso diagnostico e terapeutico del paziente. Il setting in cui il logopedista si trova ad operare può essere molto variabile: in fase acuta e sub acuta l’intervento è svolto presso l’ospedale o la clinica riabilitativa, ma sempre più frequente è la presenza del logopedista in residenze per anziani o case di cura o direttamente a domicilio del paziente, solitamente affetto da disfagia cronica.
Nel paziente domiciliare le necessità assistenziali spesso superano i bisogni riabilitativi e la riabilitazione in generale ha una funzione accessoria e integrativa.
Fondamentale al domicilio è la necessità di attivare una rete assistenziale dedicata: l’impostazione di cure riabilitative domiciliari con ospedalizzazione a domicilio, sotto la diretta responsabilità di un team multidisciplinare che coordina le proprie azioni a supporto e con il supporto del caregiver, sembra rappresentare sempre di più un approccio appropriato in risposta all’alto numero di pazienti con disfagia cronica.
Nello specifico, l’intervento logopedico a domicilio è utile per monitorare nel tempo le caratteristiche alimentari del paziente, il mantenimento della sicurezza e dell’efficacia deglutitoria e il rispetto delle norme precauzionali prescritte e per garantire un tempestivo intervento di approfondimento diagnostico, supporto e revisione delle modalità alimentari, al modificarsi delle condizioni.
Un aspetto critico dell’intervento a domicilio è il contesto ambientale in cui il soggetto è inserito. Se l’istituzione, infatti, garantisce, almeno in via teorica, un’uniformità ambientale, l’ambiente domestico è estremamente variabile e contribuisce ad aumentare la complessità assistenziale del paziente con disfagia.
Nel contesto domiciliare la bedside examination, per l’estrema versatilità e semplicità d’impiego, è lo strumento valutativo d’elezione, ma va posta una maggiore cautela nell’esecuzione delle prove di deglutizione, per l’indisponibilità nell’immediato della rete di supporto ospedaliera.
La rieducazione va adattata al contesto in cui il paziente è inserito: essenziale è l’adattamento delle caratteristiche strutturali e culturali dell’ambiente tramite adeguate modalità di counselling utili a promuovere le modifiche favorevoli al paziente.
In tema di gestione domiciliare del paziente con disfagia orofaringea è recente l’esperienza della Regione Piemonte (Assessorato e Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari) di condivisione, tra i diversi specialisti coinvolti, di procedure e strumenti pratici di gestione utili a favorire l’individuazione del paziente a rischio di disfagia, la gestione e l’attivazione di percorsi specialistici di diagnosi e cura: il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale della disfagia dell’adulto e dell’anziano definito nel 2013 è uno strumento utile a garantire un approccio omogeneo, condiviso e basato su criteri di appropriatezza.

Raimondo S., Accornero A., Rossetto T. (a cura di), Disfagia e Logopedia: dalla teoria alla pratica clinica. Edizioni Carocci, Roma, Ottobre 2012

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