18/12/2008 - 2009, anno che verrà………

Autore: Redazione

Molte le preoccupazioni degli italiani per il futuro del sistema Welfare

fuochi di capodanno a venezia Ad ogni fine anno è consueto fare bilanci di tutti i tipi, principalmente di quello che è avvenuto seguito da probabili  auspici per quello che attendiamo. Lo fanno le organizzazioni, le istituzioni, le principali agenzie della società, per il ruolo e lo scopo che perseguono, lo fanno le persone nel loro privato perché insito nella natura umana. Sicuramente lo scenario  economico internazionale rischia di condizionare il sistema assistenziale della nostra realtà. L’incertezza e la paura di un Welfare condizionato dalla   recessione economica , appare sicuramente fonte di incertezze e paure dei cittadini italiani. Il recente rapporto annuale del CENSIS  presentato ai primi di Dicembre al CNEL, esprime queste paure viste in una prospettiva di un Welfare che perde la sua natura “universale”. Cresce negli italiani, così come avverte il rapporto, la percezione di non avere più la sicurezza di risposte per tutti ai bisogni socio-sanitari. Infatti, il nuovo orientamento è quello di un Welfare che interviene alla presenza di un bisogno specifico, non più quindi "tutto a tutti". La vicenda del Livelli Essenziali di Assistenza LEA, rimessi in discussione quando erano in dirittura d’arrivo dall’attuale Governo, viene citato come un esempio che crea  forte insicurezza e ansie, infatti problemi come la non autosufficienza, le cure palliative, l’integrazione socio sanitaria, la cui erogazione sembrava necessaria e consolidata, è stata interrotta perchè giudicata “poco praticabile” da un punto di vista economico. I bisogni di salute in questo senso rimangono pressanti, né sembra accettabile l’idea di chiudere gli ospedali senza attrezzare la territorialità di servizi in grado di garantire al continuità assistenziale tenendo conto dei dati epidemiologici. Sicuramente il Libro Verde del Welfare del Luglio 2008, rimane un chiaro segnale di riforma verso una maggiore appropriatezza per incidere sulla sostanza delle cose. Forti rimangono le contraddizioni della nuova negoziazione tra Stato e Regioni nello scenario del futuro federalismo fiscale, la devolution ha dato visibilità a differenze ormai storiche creando purtroppo i presupposti per approfondimento di fratture e differenze insanabili. E’ indubbio che la cultura dell’importanza del bene salute, sta crescendo, si riflette in un comportamento più attento ai consumi e agli stili di vita, la stessa consapevolezza e partecipazione ai piani di cura degli utenti rientra in una nuove responsabilità condivisa. La nostra convinzione è che occorre maggior coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e privati e l’attivazione di maggior coesione sociale per fare “sistema”. La politica della qualità clinica non può essere disgiunta dalla qualità di una politica manageriale, il sistema complesso qual è quello sanitario deve tener conto di tutte le sue componenti, in primis le proprie risorse ovvero le Professioni della Salute, protagonisti di quel cambiamento di cui il Paese ha bisogno attraverso la cultura della qualità, non ultima, la condivisione e partecipazione alle scelte nel sistema salute dei suoi sostenitori: i Cittadini.  Una cultura di buone pratiche, di valutazione delle performance, dell'appropriatezza e dell'efficacia dovrà accompagnare il difficile anno che verrà ed essere condizione stabile per il futuro, questo auspichiamo e ce lo auguriamo sempre, di più per il prossimo anno .

 

A tutti una buona vita per il 2009, 

Tiziana Rossetto

Presidente Federazione Logopedisti Italiani

                                               

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