17/12/2014 - Codice Rosa Bianca: in tutte le ASL nasce una risposta comune contro la violenza sui più deboli

Autore: Redazione

Codice Rosa BiancaUna task force composta da Asl, Procure e Forze dell’Ordine contro la violenza che colpisce ogni anno in Italia le persone fragili o vittime di omofobia. Donne soprattutto, ma anche bambini, anziani, diversamente abili. Almeno tre milioni di cittadini indifesi, dice la somma di vari studi pubblicati in materia. La rivoluzione antiviolenza annunciata dalla Fiaso, la
Federazione di Asl e ospedali ha già un nome, “Codice Rosa Bianca”, il progetto che da quasi cinque anni è realtà nella Asl 9 di Grosseto e che ora la stessa Federazione promette di esportare in tutta Italia, grazie a un protocollo sottoscritto il 16 dicembre con l’Azienda toscana, che farà da capofila per le altre Asl.

Il percorso “Codice Rosa Bianca”
A spiegare come funziona “Codice Rosa Bianca” è Vittoria Doretti, dirigente medico anestesista, ‘madre’ del pronto intervento anti-violenza destinato ora a diventare realtà in ogni Azienda sanitaria. “Il problema dell’assistenza e delle denunce – spiega – parte proprio dalla trincea dei pronto soccorsi, perché quando ci si rivolge alle Forze dell’Ordine, ai consultori o ai centri anti-violenza si ha già la coscienza di essere vittima di violenza. Ma così non è nella stragrande maggioranza dei casi, i milioni di abusi fantasma, che restano senza denuncia ogni anno e che lasciano le vittime sole con il loro dolore”. Per questa task-force, ci vuole personale formato che sappia prendersi cura delle vittime con appropriatezza senza mai né forzare né farle sentire sole, per questo medici, infermieri, assistenti sociali e altri operatori sono preparati per fare un lavoro di “triage” utile alla valutazione e all’identificazione della violenza.

I numeri degli abusi in Italia

Quanto ci sia bisogno di estendere un servizio come “Codice Rosa Bianca” lo
dicono i numeri.  Nel 2013 ogni due giorni una donna è stata vittima di femminicidio, si è
ricordato nella giornata nazionale del contrasto alla violenza proprio contro le donne. Ma le vittime dei soprusi al maschile sono molte di più: oltre un milione. E spesso di tratta di abusi perpetuati più volte, fino a raggiungere la spaventosa cifra di 14 milioni di grandi e piccoli atti di violenza, stima un’indagine condotta da “We World Intervita” nell’ambito della campagna “Le parole non bastano più”. La Caritas e la Fondazione Zancan hanno un altro triste conteggio, quello delle donne che hanno subito uno stupro o un suo tentativo. In tutto 714mila e solo all’1,3% di quelli non riusciti e al 32% di quelli purtroppo avvenuti fa seguito una denuncia. Non c’è però solo l’universo femminile a contare le vittime degli abusi. Quelli
denunciati sui minori sono stati 4.300 lo scorso anno. Ma si tratta della punta di un iceberg. Altri studi parlano di una percentuale tra il 3 e il 10% di anziani vittime di violenze. Tra i 300mila e il milione di casi in Italia, sembra scatenati soprattutto da disturbi del comportamento o incontinenza urinaria. Il conteggio degli abusi sui più deboli potrebbe continuare con le violenze omofobe o quelle sui disabili, ma la nuova alleanza tra Asl, Procure e Forze dell’Ordine promette ora di iniziare il conto alla rovescia. Non lasciando mai
sole le vittime per far emergere una violenza troppo spesso nega

Per approfondimenti vedi Articolo newsletter QS 16/12/2014

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