17/11/2015 -

Autore: Redazione

COCHRANE LIBERATIPubblichiamo il contributo del Network Cochrane italiano apparso su QS il 17 Novembre, ricordiamo l’impegno del Prof. Massimo Liberati per l’appropriatezza e la medicina delle evidenze, la sua prematura scomparsa ci ha lasciato in eredità la cultura della responsabilità che noi vogliamo coltivare nel nostro quotidiano impegno.

Un investimento pubblico adeguato su un programma di linee-guida indipendente e partecipato dal personale sanitario e dai cittadini metterebbe il nostro Paese sullo stesso piano di altre nazioni da anni impegnate in questa attività essenziale per un Servizio Sanitario che abbia efficacia, efficienza, equità ed appropriatezza come proprie finalità

I diversi recenti commenti al disegno di legge sulle “Disposizioni in materia di responsabilità professionale del personale sanitario” sono – anche a prescindere dal loro contenuto – una buona notizia. Torniamo infatti a confrontarci con questioni che sembrava fossero state messe tra parentesi: non tanto – o non solo – la responsabilità professionale del medico, quanto la relazione tra il curante e il malato, tra le istituzioni sanitarie e i cittadini che fruiscono del servizio sanitario nazionale, il rapporto tra le strategie diagnostiche e terapeutiche e le evidenze, sintetizzate o meno in linee-guida.

Anche l’Associazione Alessandro Liberati – network Cochrane italiano ha voluto dare un contributo, augurando che la propria esperienza possa rivelarsi utile a migliorare un provvedimento legislativo che – proprio perché necessario – dovrebbe basarsi sui risultati del percorso già compiuto dalla comunità scientifica internazionale. Soprattutto in merito ai provvedimenti che potrebbero mettere in relazione la responsabilità professionale del medico con il contenuto di linee-guida di pratica clinica.
Abbiamo voluto rivolgersi direttamente agli Onorevoli parlamentari impegnati nei lavori delle Commissioni, offrendo loro alcuni elementi che ci auguriamo possano essere utili spunti di riflessione.
1. A livello internazionale e anche in Italia, Cochrane è stata tra i primi a sottolineare l’importanza delle linee-guida, a promuoverne la produzione, la disseminazione e l’adozione partecipata nella pratica clinica. Cochrane è, infatti, una rete collaborativa fatta da migliaia di clinici e ricercatori di più di 130 paesi, che lavorano per produrre informazioni sanitarie affidabili, accessibili, senza sponsorizzazioni commerciali e conflitti di interesse. La Cochrane raccoglie e sintetizza le migliori evidenze scientifiche per aiutare a prendere decisioni informate sulle strategie terapeutiche.
2. Non si può però dimenticare che le linee-guida – e qualsiasi razionale percorso di diagnosi e cura basato sui risultati della “buona ricerca” – dovrebbero avere un valore di orientamento culturale più che normativo.
3. Allo stesso tempo, qualsiasi decisione riguardante la salute, la prevenzione, la diagnosi o la terapia dovrebbe essere l’esito condiviso di un percorso costruito insieme dal malato – eventualmente dai suoi familiari – e dal personale sanitario, nella medicina generale come nell’assistenza ospedaliera.
4. In quest’ottica, la “responsabilità” professionale del medico dovrebbe essere valutata come la capacità di trovare una sintesi tra i risultati della ricerca e le aspettative e i valori espressi dal paziente.
5. Va anche considerato che il costante progresso del sapere scientifico, il contributo dell’innovazione e la riflessione su quanto un tempo si riteneva utile e che oggi al contrario si ritiene passibile di disinvestimento, rende le linee-guida costantemente esposte alla necessità di revisione e aggiornamento.
6. Tutto ciò premesso, l’importanza e il loro potenziale ruolo di indirizzo delle linee-guida è direttamente collegato alla qualità della metodologiaseguita nella loro preparazione.
7. Uno dei punti chiave è nella partecipazione e anche per questa ragione, le agenzie o gli organismi tecnici indipendenti responsabili di produrre linee-guida per il SSN negli altri Paesi coinvolgono gruppi multidisciplinari nel processo di produzione, disseminazione e valutazione dei risultati ottenuti: solitamente includono esponenti degli ordini professionali, metodologi con una collaudata esperienza nella produzione di linee-guida, rappresentanti di società scientifiche, di organizzazioni dei pazienti e caregivers, e altre figure eventualmente interessate dal problema oggetto di approfondimento.
8. Il processo di produzione delle linee-guida ha nella indipendenza dei singoli partecipanti al panel degli estensori la principale garanzia di qualità. L’indipendenza da interessi di tipo economico, politico, religioso deve essere garantita da un percorso trasparente e aperto a ogni possibile verifica.
9. Qualsiasi richiamo alle linee-guida il provvedimento legislativo il provvedimento in questione intendesse prevedere, sarebbe utile non prescindesse dalla conoscenza delle esperienze portate avanti da altri Paesi i cui sistemi sanitari possono essere paragonati – per storia e articolazione – a quello italiano. Per questo, abbiamo voluto direttamente segnalare ai nostri rappresentanti in Parlamento le risorse a nostro giudizio più utili.

In conclusione, crediamo che la produzione, la disseminazione e l’implementazione di linee-guida debbano essere considerate come attività costitutive di un Servizio Sanitario pubblico. Dovrebbero essere viste come un investimento e non come un costo: in altre parole, nell’interesse della salute dei cittadini e di un supporto reale per i professionisti sanitari, sarebbe più che giustificato che il coordinamento di un’attività di produzione/implementazione di linee-guida fosse affidata ad un’istituzione pubblica dotata di competenza e di sostanziale indipendenza. Un investimento pubblico adeguato su un programma di linee-guida indipendente e partecipato dal personale sanitario e dai cittadini metterebbe il nostro Paese sullo stesso piano di altre nazioni da anni impegnate in questa attività essenziale per un Servizio Sanitario che abbia efficacia, efficienza, equità ed appropriatezza come proprie finalità.

Beninteso, conservando uno sguardo aperto su ciò che altre realtà qualificate continuano a produrre: la collaborazione tra i sistemi sanitari dei diversi Paesi è una delle condizioni perché le conoscenze progrediscano e siano evitati i rischi di duplicazione degli sforzi individuali o “locali”, troppe volte fonte di spreco. Allo stesso modo, è indispensabile che i medici – e con loro tutte le professionalità che quotidianamente contribuiscono al funzionamento del Sistema – siano messi nelle condizioni di accedere alle migliori conoscenze scientifiche, in primo luogo alle revisioni sistematiche della letteratura che rappresentano il riferimento sintetico di maggiore affidabilità per informare decisioni cliniche basate su prove di efficacia e di sicurezza.

Alleggerire il carico di responsabilità del singolo professionista è un obiettivo condivisibile. Ma può essere raggiunto solo con un’assunzione di responsabilità da parte delle Istituzioni, ed un recupero della capacità di Governo della Sanità italiana che veda nei saperi costruiti ogni giorno dagli operatori sanitari e dai cittadini lo strumento chiave per il miglioramento continuo dell’assistenza sanitaria.

Graziella Filippini e Luca De Fiore

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