12/03/2008 - Ordini: stop tecnico, si rinvia al prossimo Governo

Autore: Redazione

Il Governo Prodi fa decadere la delega della Legge 43 che istituiva i nuovi Ordini, l'interruzione dell'iter legislativo rimanda alla prossima stagione politica il compito di colmare questo vuoto legislativo.

aula Incredibilmente trasformata in un nulla di fatto l'approvazione della Legge 43, la vicenda che ha maggiormente impegnato in questi due anni, il Ministero della Salute e le rappresentanze di Collegi e Associazioni Professionali. Cade la delega che per ben due volte, il Parlamento aveva dato al Ministero della Salute, per l'istituzione degli Ordini per le Professioni Sanitarie. Determinante allo stop finale, il veto politico di alcuni Ministri e le lobby esistenti. Le nostre considerazioni sono state espresse nella lettera di seguito inviata al Presidente Prodi, al Ministro Turco, al Sottosegretario Patta e per conoscenza, alle organizzazioni sindacali CGIL, CISL; UIL nelle loro rappresentanze, per l'impegno coerentemente sostenuto in questa battaglia. La Federazione Logopedisti Italiani considera questa stagione e questa esperienza, importante per avere innanzitutto smascherato i nostri veri avversari, politici e lobbistici, portatori di "interessi" piuttosto che di valori. Non abbiamo ceduto a pasticci dell'ultima ora, che rischiavano di sconvolgere l'impianto ordinistico su temi quali le riserve di attività, oggetto di veto. Lo stop è quindi solo tecnico, la nuova stagione politica ci vedrà di nuovo attori per questo ultimo tassello che tutela prima di tutto i Cittadini.

Illustre Ministro Livia Turco,

 

E’ fuori discussione che tra i diritti civili e sociali che devono essere garantiti dalla  Costituzione su tutto il territorio nazionale rientri quello della salute individuale e della collettività, il diritto a stare bene, ad accedere con facilità a un servizio o ad una prestazione, a ricevere cure appropriate ed efficaci, ad essere inseriti in un sistema equo e di qualità.

E’ ormai accertato che il Sistema Sanitario Nazionale dipende in gran parte dal contributo che ogni Professione riesce a dare con le proprie conoscenze, competenze e qualità, vedendo le Professioni Sanitarie tutte, parimenti impegnate con uguale dignità, in un concetto sempre più attuale in cui al centro non c’è una malattia, ma una persona, sana o malata, di cui bisogna tutelare la salute,

In questo contesto,  il compito delle Istituzioni e delle forze politiche, che ambiscono a governare il  Paese, dovrebbe essere quello di dare regole certe e condivise, agire per il bene della collettività, garantire le risorse economiche, rendere il sistema sempre più credibile per rinsaldare il patto fiduciario fra Cittadini e Professionisti Sanitari.

La nota vicenda della scaduta delega della Legge 43/2006 per la regolamentazione in Ordini delle Professioni Sanitarie offre a tutti gli “attori” dell’iter numerosi spunti di riflessione.

La prima  spetta alla  politica del Governo Prodi e di tanti suoi Ministri, alla grave posizione assunta in tema di Politica delle Professioni Sanitarie dimostratasi miope nel comprendere come questo ultimo tassello legislativo, si dovesse inserire nella loro evoluzione, nei termini della loro autonomia e conseguente responsabilità.

Il mandato parlava chiaro: tutelare i Cittadini rispetto  qualità e appropriatezza delle cure contro ogni forma di abusivismo individuando nei nuovi Ordini, gli organismi ausiliari dello Stato, garanti e custodi dei valori di Etica e Deontologia Professionale.

In tema di Ordinistica, in questi due anni abbiamo assistito ad una politica a dir poco incongruente, se da una parte qualcuno aveva una Legge delega per istituirne di nuovi, dall’altra si pensava in maniera diametralmente opposta, creando il primo grande equivoco con il problema delle liberalizzazioni. 

La stessa tempistica scarsamente calibrata, le proposte variegate rispetto al testo della Legge 43, hanno ridotto tale impegno, ad una corsa finale con tutte le criticità ormai note a tutti.

Francamente, non avremo mai voluto assistere a quanto successo per l’ultimo colpo finale: lo spiegamento di veti della politica e no delle lobby esistenti, che hanno anteposto “interessi” piuttosto che “valori”, mettendo fine ad un lavoro congiunto con le istituzioni durato quasi due anni, con grande impegno e responsabilità da parte nostra. 

Non serve quindi chiedersi, come abbiamo letto,  chi sono queste lobby?, lo sappiamo tutti ormai, forse ci potremo chiedere: in che modo queste, possono influenzare le decisioni deì politici, se tali decisioni riguardano il bene della collettività in termini di tutela della Salute? 

Paradossalmente questa sconfitta ci turba più come Cittadini che Professionisti, ci fa sentire fragili in assenza di tutela, ci fa sentire l’anello più debole di tutta la vicenda che rimane ancora un “vuoto” legislativo. 

E come Cittadini e Professionisti al futuro Governo auguriamo una nuova stagione politica, che sviluppi una cultura della responsabilità, di coraggio e di coerenza, che sappia distinguere e giudicare i veri interessi corporativi rispetto al bene collettivo, che sappia rinunciare all’unica politica del consenso, ed è per tutto questo che la Federazione Logopedisti Italiani continuerà la sua battaglia anche nel futuro, valutando bene l’operato di chi sceglierà di fare politica per il bene comune. 

Distinti saluti,          

                                                   

  Dott.ssa Tiziana Rossetto

Presidente Federazione Logopedisti Italiani

                                   

                                           

 

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