Il Parlamento europeo ha approvato oggi a Strasburgo la Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014 e sulla politica dell’Unione europea in materia. Un documento ampio ed esaustivo dei moltissimi temi connessi con i diritti dell’uomo e con diversi riferimenti alla salute.
Tra questi si ribadisce l’urgente necessità di affrontare il problema globale delle malattie legate alla povertà e delle malattie dimenticate. Su questo il Parlamento UE “chiede una strategia politica ambiziosa a lungo termine e un piano d’azione in materia di salute globale, innovazione e accesso ai farmaci che preveda, tra l’altro, investimenti nella ricerca e nello sviluppo per salvaguardare il diritto a un tenore di vita adeguato per la salute e il benessere di ogni persona senza distinzione di razza, religione, credo politico, condizione economica o sociale, identità di genere o orientamento sessuale”.
Un ampio capitolo è poi riservato alle persone con disabilità sottolineando, in particolare, “la necessità di integrare in modo credibile il principio dell’accessibilità universale e la totalità dei diritti delle persone con disabilità in tutte le politiche pertinenti dell’UE, compreso il settore della cooperazione allo sviluppo, e pone l’accento sul carattere prescrittivo e orizzontale di tale questione”.
E poi alle donne, sia implementando le politiche di genere legate al mondo del lavoro e della rappresentanza nelle istituzioni sia con un nuovo e più marcato sforzo comune contro la violenza sulle donne.
E ancora una forte condanna ai “75 paesi che criminalizzino ancora l’omosessualità”, (di cui 8 prevedano la pena di morte), e “ritiene che le pratiche e gli atti di violenza contro le persone in base al loro orientamento sessuale non debbano rimanere impuniti”. E infine si conviene che “i diritti delle persone LGBTI sarebbero maggiormente tutelati se avessero accesso a istituti giuridici quali unione registrata o matrimonio”.
E poi un secco no alla maternità surrogata “che compromette la dignità umana della donna dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati come una merce”. Il Parlamento UE ritiene infatti “che la pratica della gestazione surrogata che prevede lo sfruttamento riproduttivo e l’uso del corpo umano per un ritorno economico o di altro genere, in particolare nel caso delle donne vulnerabili nei paesi in via di sviluppo, debba essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani”.
E infine un richiamo alla salute dei bambini più a rischio invitando tutti gli Stati “a impegnarsi per eliminare le forme peggiori di lavoro minorile quali definite all’articolo 3 della convenzione n. 182 dell’OIL, tra cui la schiavitù, la tratta e la prostituzione di minori e ogni lavoro pericoloso che comprometta la salute fisica e mentale del bambino”.
Risoluzione finale approvata
Risoluzione Diritti Uomo Strasburgo