31/01/2009 - La Riforma del Fisco Federale: autonomie e spese sanitarie

Autore: Redazione

Approvata in Senato la Riforma del fisco federale, introdotto il concetto di misurazione della più efficace/efficiente Performance per i futuri finanziamenti, verso il meccanismo dei Costi-Standard

Aula istituzionale Con il via libera alla Camera, il Senato ha approvato il Decreto di Legge delega di riforma del fisco federale che si propone di cambiare il finanziamento delle cure erogato finora secondo la spesa storica. Anche se la conclusione definitiva del processo riformatore della spesa del finanziamento alle politiche regionali e locali, non avverrà prima di cinque anni, è già iniziato gradualmente il processo riformatore. Infatti da ora in poi, i servizi essenziali (compresi i Livelli Essenziali di Assistenza LEA) saranno finanziati in base ai Costi Standard delle prestazioni, calcolati prendendo come modello la Performance delle Regioni più efficienti.

I punti più salienti della riforma si possono così riassumere:

1)      COSTI STANDARD: per ogni Servizio, compresa la sanità, si individua un Costo Standard cui tutti dovranno uniformarsi. Eliminato il meccanismo della “spesa storica” ovvero distribuzione fondi a pioggia secondo la logica che, chi più spende più riceve.

2)      PREMI  E SANZIONI: sanzioni per chi non rispetterà vincoli di bilancio. Premi per chi garantirà qualità di servizi e meno tasse

3)      BICAMERALINA: una commissione composta da 15 deputati e 15 senatori di entrambi gli schieramenti darà il parere sui decreti attuativi.

4)      AUTONOMIA TRIBUTI: per finanziare i servizi le autonomie potranno contare sulla compartecipazione a tributi erariali, a tributi propri e al fondo perequativo

5)      PATTO CONVERGENZA: il Governo, dopo un confronto in Conferenza unificata, individua un patto di convergenza su costi e fabbisogni da presentare con il Dpef alle Camere e che gli enti dovranno rispettare

6)      TEMPI DI ATTUAZIONE: il primo decreto attuativo va emanato entro un anno e gli altri Dlgs entro 2 anni. La riforma entrerà a regime al massimo entro 7 anni dall’entrata in vigore.

Molti i nodi cruciali di questa riforma, di fatto, dopo la revisione costituzionale avvenuta nel 2001, non è avvenuto nulla di concreto in tema di federalismo e autonomie, per poter valutare questo processo sarà necessario partire dai principi che hanno motivato il rinnovamento condiviso sia dalla maggioranza che dall’ opposizione,  secondo principi che si proponevano di essere più vicini ai cittadini a livello amministrativo, all’attuazione di politiche territoriali che differenziassero e contestualizzassero i loro bisogni, l’efficienza e l’ efficacia con cultura di responsabilità amministrativa. attraverso il concetto di un governo del sistema nazionale di tipo solidaristico, con controllo della spesa e degli equilibri finanziari. Le Regioni otterranno pertanto l’integrale finanziamento al Costo-Standard delle loro funzioni che riguardano solo i Livelli Essenziali delle prestazioni in materia di Sanità, assistenza, istruzione (diritto allo studio e rete scolastica) e, in parte, trasporti locali. Gli Enti Locali riceveranno il finanziamento integrale al Costo-Standard delle funzioni fondamentali: politiche locali, asili nido, viabilità, edilizia, ecc. per l’80% della spesa. La sfida si presenta non facile, c’è sicuramente tempo per migliorare e condividere attraverso i decreti di attuazione che il Governo varerà nei prossimi mesi, tutte le soluzioni che andranno nella giusta intenzione della Riforma ovvero: semplificare, responsabilizzare, razionalizzare una spesa e un servizio essenziale ai Cittadini, principali sostenitori del sistema.

Tiziana Rossetto Presidente Federazione Logopedisti Italiani

 

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