22/10/2019 - Rassegna Stampa LG Europee Balbuzie

Autore: Redazione
 
 

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  Rassegna Stampa  

LG Europee Balbuzie

 

 

 

REPUBBLICA

MESSAGGERO

MATTINO

LEGGO

GAZZETTINO

ALTO ADIGE

TRENTINO

 

ANSA – PRIMO LANCIO

Aumentano i casi di balbuzie in Italia, +8% in 10 anni La riabilitazione ha successo solo se comincia presto.

(ANSA) – ROMA, 19 OTT – Aumentano i casi di balbuzie: negli ultimi 10 anni sono cresciuti dell’8% in seguito ad un’attenzione maggiore verso il disturbo. Recuperare la fluidita’ di linguaggio e’ possibile nel 75% dei casi, quando la balbuzie e’ approcciata e trattata al primo insorgere, in eta’ pediatrica, prima dei 7 anni. Possibile il miglioramento della parlata ma con esiti meno evidenti negli adolescenti, piu’ raro e difficile nell’adulto in funzione del tempo prolungato di ‘convivenza’ con la balbuzie. Fra i disturbi piu’ frequenti del linguaggio, la balbuzie ha una prevalenza nella popolazione mondiale tra lo 0,72% e l’1%. Il problema non discrimina e non ha eta’: presente in ogni etnia e in ogni cultura, in Italia la balbuzie inceppa la parola del 17% dei bambini, i piu’ colpiti, degli uomini (con un rapporto di 4:1 rispetto alle donne), e dei giovani: 2 maschi contro una ragazza. I dati arrivano dal primo convegno italiano sui disturbi della fluenza verbale, che si terra’ a Calenzano in provincia di Firenze il 25-26 ottobre con il patrocinio della Federazione Logopedisti Italiani (FLI), del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Universita’ di Torino e della Sapienza Universita’ di Roma. L’evento e’ stato anche occasione per illustrare le prime linee guida europee sulla balbuzie, curate dall’associazione dei logopedisti olandesi (NVLF), elaborate da un gruppo multidisciplinare e tradotte anche in italiano, per condividere con tutte le figure professionali coinvolte, i modelli e gli approcci per la cura. (ANSA).

ANSA – BARRATO

ANSA/ Aumentano i balbuzienti, +8% in dieci anni Migliorano le diagnosi e gli interventi, arrivano linee guida

(ANSA) – ROMA, 19 OTT – Aumentano i casi di balbuzie: negli ultimi 10 anni sono cresciuti dell’8% grazie anche ad un’attenzione maggiore verso il disturbo. Recuperare la fluidita’ di linguaggio e’ possibile nel 75% dei casi, quando la balbuzie e’ approcciata e trattata al primo insorgere, in eta’ pediatrica, prima dei 7 anni. Possibile il miglioramento della parlata ma con esiti meno evidenti negli adolescenti, piu’ raro e difficile invece nell’adulto in funzione del tempo prolungato di ‘convivenza’ con la balbuzie. Fra i disturbi piu’ frequenti del linguaggio, la balbuzie ha una prevalenza nella popolazione mondiale tra lo 0,72% e l’1%. Il problema non  discrimina e non ha eta’: presente in ogni etnia e in ogni cultura, in Italia la balbuzie inceppa la parola del 17% dei bambini, che sono i piu’ colpiti, rispetto agli uomini (con un rapporto di 4:1 rispetto alle donne), e ai giovani: 2 maschi contro una ragazza. I dati arrivano dal primo convegno italiano sui disturbi della fluenza verbale, che si terra’ a Calenzano in provincia di Firenze il 25-26 ottobre con il patrocinio della Federazione Logopedisti Italiani (FLI), del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Universita’ di Torino e della Sapienza Universita’ di Roma. L’evento e’ stato anche occasione per illustrare le prime linee guida europee sulla balbuzie, curate dall’associazione dei logopedisti olandesi (NVLF), elaborate da un gruppo multidisciplinare e tradotte anche in italiano, per condividere con tutte le figure professionali coinvolte, i modelli e gli approcci per la cura. Il disturbo non discrimina e non ha eta’: e’ presente in ogni etnia e in ogni cultura. Gli studi scientifici dimostrano che i giovani con balbuzie hanno il 68% di rischio in piu’ di essere vittime di bullismo e discriminazione rispetto a coetanei normofluenti. “L’aumento dei casi – precisa Tiziana Rossetto logopedista e presidente della FLI (la federazione dei logopedisti) – non e’ causato da fattori esterni (o comunque di questo non vi e’ alcuna evidenza al momento) ma dal miglioramento delle conoscenze di un fenomeno multifattoriale, che coinvolge nella diagnosi tutte le categorie professionali sanitarie impegnate su questo fronte, soprattutto – naturalmente – i logopedisti. C’e’ insomma maggiore competenza e conoscenza del fenomeno. Negli scorsi decenni i bambini disfluenti e balbuzienti venivano considerati ‘stupidi’, stigmatizzati, lasciati soli, esclusi da scuola. Oggi vengono diagnosticati immediatamente e aiutati non solo a scuola ma anche a casa”. L’esperienza che sta avendo i primi successi e’ quella che deriva dal “parent coaching” tipico del mondo anglosassone, soprattutto americano, dove anche la famiglia ha un ruolo attivo nel supporto ai bimbi. Il trattamento infatti e’ multidisciplinare e coinvolge esperti e diversi altri attori: il logopedista, figura di elezione nella valutazione e nel trattamento della balbuzie, i pediatri ma anche insegnanti e genitori decisivi per l’identificazione precoce del problema e l’invio all’esperto. (ANSA).

 

ADNKRONOS – 3 LANCI

SALUTE: +8% NUOVI CASI BALBUZIE IN ULTIMI 10 ANNI IN ITALIA, DI PIU’ GLI UOMINI

Pronte le prime linee guida europee per affrontare il problema, cura salva ragazzi anche da casi bullismo

Roma, 19 ott. (Adnkronos Salute) – I casi di balbuzie sono in aumento, con una crescita dell’8% negli ultimi 10 anni. Recuperare ‘spontaneamente’ la fluidità di linguaggio è possibile nel 75% dei casi, quando il disturbo è trattato prima dei 7 anni. E’ comunque possibile migliorare, anche se con esiti meno evidenti, negli adolescenti. Più raro e difficile, invece, nell’adulto, dopo una lunga ‘convivenza’ con la balbuzie. Sono alcuni dati presentati al 1° convegno italiano sui disturbi della fluenza verbale, che si terrà a Calenzano (Fi) il 25 e 26 ottobre con il patrocinio della Federazione logopedisti italiani (Fli), del Dipartimento di Scienze chirurgiche dell’Università di Torino e della Sapienza università di Roma. L’evento è anche occasione per approfondire le prime linee guida europee sulla balbuzie, curate dall’associazione dei logopedisti olandesi, elaborate da un gruppo multidisciplinare e tradotte anche in italiano, in modo da condividere con tutte le figure professionali coinvolte, modelli e approcci nel percorso di cura della persona che balbetta. Le linee guida Evidence-Based sono disponibili nella sul sito internet della Federazione logopedisti italiani (www.fli.it). La balbuzie, fra i disturbi più frequenti del linguaggio, non discrimina e non ha età: presente in ogni etnia e in ogni cultura, in Italia riguarda il 17% dei bambini. Più colpiti gli uomini. Le ragazze, inoltre, hanno maggiori possibilità di recupero spontaneo, favorito, oltre che dalla tempestività diagnostica, anche dall’ambiente. Studi scientifici dimostrano, infatti, che i giovani con balbuzie hanno il 68% di rischio in più di essere vittime di bullismo e discriminazione rispetto a coetanei con linguaggio fluente. Traumi che, oltre a pesare sullo stato psico-emotivo, possano condizionare anche la risposta terapeutica. Di norma il trattamento è multidisciplinare e coinvolge esperti e diversi altri attori: il logopedista, figura principale nella valutazione e nel trattamento della balbuzie, i pediatri ma anche insegnanti e genitori decisivi per l’identificazione precoce del problema e l’invio all’esperto.

SALUTE: +8% NUOVI CASI BALBUZIE IN ULTIMI 10 ANNI IN ITALIA, DI PIU’ GLI UOMINI (2)

(Adnkronos Salute) – “I disturbi della fluenza verbale – dichiara Tiziana Rossetto, logopedista e presidente della Fli – sono problematiche complesse causate dall’unione di più elementi: l’origine multifattoriale, l’età di insorgenza, prevalentemente pediatrica ed evolutiva ma con la possibile ‘cronicizzazione’ fino all’età adulta, la compartecipazione di diversi altri fattori sia biologici sia esterni. In Italia è stata osservata anche una variabilità di genere; se in età giovanile la balbuzie ha un rapporto paritario di 2:2 fra ragazzi e ragazze, in età adulta si evidenzia una superiorità fra gli uomini, 4 casi contro 1 rispetto alle donne”. A fare la differenza sulla risoluzione spontanea del problema è l’età del trattamento. Anche le nuove linee guida internazionali confermano la necessità di intervenire tempestivamente sulla balbuzie sia da un punto di vista diagnostico che terapeutico. “La presa in carico precoce del bambino disfluente – dichiarano Anna Accornero, Francesca Del Gado e Donatella Tomaiuoli che hanno curato la versione italiana delle linee guida – consente di valutare in maniera adeguata i fattori prognostici, impostare la corretta terapia e, dunque, aumentare le probabilità di recupero spontaneo”. Recupero favorito da un lavoro multidisciplinare. “La diagnosi tempestiva e l’approccio multidisciplinare consentono infatti di impostare trattamenti ‘flessibili’, su misura del grado della balbuzie e della persona, in coerenza con le raccomandazioni delle Linee guida Evidence-Based e dei modelli di buona pratica clinica”, spiegano le curatrici.

SALUTE: +8% NUOVI CASI BALBUZIE IN ULTIMI 10 ANNI IN ITALIA, DI PIU’ GLI UOMINI (3)

(Adnkronos Salute) – Oltre l’età di approccio alla balbuzie, un ruolo fondamentale nel recupero spontaneo della fluidità del linguaggio, o di contro del consolidamento della problematica, è svolto dall’ambiente sociale. “Numerosi studi che hanno considerato la relazione tra fattori sociali e balbuzie – aggiunge la presidente della Fli – hanno evidenziato come l’ambiente, in particolare i comportamenti degli interlocutori e gli stereotipi culturali associati alla balbuzie, ma anche il vissuto della persona possano influire sia sull’andamento della balbuzie sia sulla risposta terapeutica”. “Indagini condotte in differenti Paesi del mondo – aggiunge Rossetto – hanno mostrato come le ambizioni di vita della persona con balbuzie vengano fortemente condizionate dalla percezione (negativa) ricevuta da parte di un normofluente, mentre uno studio italiano attesta che le persone con problemi di linguaggio hanno probabilità del 68% superiori di essere vittime di atti di bullismo, rispetto a individui non balbuzienti, con conseguenze socio-relazionale impostanti soprattutto in caso di bambini e adolescenti”. In conclusione, riassume Rossetto, “il corretto approccio alla balbuzie richiede una valutazione diagnostico-terapeutica tempestiva da parte di una équipe multidisciplinare in cui il logopedista è la figura referente nella gestione della balbuzie in tutte le sue fasi e del piano terapeutico. Quest’ultimo  impostato tenendo conto dell’età della diagnosi (prescolare, scolare, adolescenziale o adulta), dei fattori prognostici, della necessità di un eventuale trattamento riabilitativo e farmacologico combinato o dell’intervento di un ‘fluency specialist’ o di altro professionista, e del periodico monitoraggio (follow-up) come raccomandato anche dalle linee guida olandesi Evidence-Based”.

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